L’auto viene crackata e la strada non è più una scelta del guidatore.
Il fucile viene crackato e il bersaglio non è più scelto dal tiratore.
Oltre mille, fra scienziati ed esperti (Stephen Hawking, Steve Wozniak, Daniel Dennett, Noam Chomsky…) sentono l’esigenza di chiedere pubblicamente il bando delle armi dotate di intelligenza artificiale.
Questi sono i tempi, questo il contesto in cui vado a vedere “Ex_Machina”, prima prova di Alex Garland alla regia ma già sceneggiatore di perle come “28 giorni dopo” e “Dredd”, e mi rendo conto che era dai tempi della lettura di Neuromante che un racconto non mi ispirava questo deliziosamente sgradevole sentimento, misto di fascino e angoscia.
E’ per questo motivo che ho amato da sempre la buona fantascienza, per il suo essere in grado di raccontarti il tuo presente e al contempo fartelo rielaborare, con l’artifizio di un illusorio distacco temporale.
E’ il futuro ma assomiglia così tanto al presente da farti star sveglio la notte a pensare a come limitare i danni, perché c’è qualcosa di meraviglioso e terribile che sta arrivando e sembra ineluttabile.
Grazie Alex, perchè Ex_Machina è un film bellissimo, che consiglio a tutte le persone che vivono i film anziché semplicemente vederli. Un po’ meno consigliato per chi si annoia con i bei dialoghi e la stupenda fotografia.
Stanotte dormirò con un occhio aperto, pensando alla “Regola del Comandante Adama” redatta da Paolo Attivissimo: se ti può uccidere, non interconnetterlo.