Un grande cast, diretto magistralmente, bella fotografia, bel montaggio, dialoghi per menti sottili e… un storia!
American Hustle ti porta per mano in una realtà appena un poco romanzata, lasciandoti a lungo il dubbio su che genere di film tu sia venuto a vedere. Una commedia? Un dramma psicologico? Il solito film sui maghi della truffa?
Beh, tutto questo a meno di non essere la signora in sala che già rideva nei primi 40 secondi di film durante i quali, ve lo assicuro, non c’è proprio un cazzo da ridere. Soprattutto se hai problemi tricologici. Massimo rispetto.
Nulla di totalmente nuovo sotto il sole, intendiamoci, ma qui davvero Bale e compagnia riescono nell’intento di lasciarti piacevolmente interdetto. Ti strappano la risata, Bradley Cooper fa.. beh fa Bradley Cooper, ma un minuto dopo ti stai chiedendo chi sia davvero sincero, e quando. E ora stai sorridendo ma per un motivo diverso, per quel guizzo di piacere che si prova quando il tuo cervello si sta divertendo a funzionare.
Un intreccio ben costruito cui solo sul finale un leggerissimo occhiolino anticipa l’exploit. In quel momento potete tranquillamente far ingastrire il vostro amico di fianco, anticipandogli cosa succederà. Ma solo se siete stati veramente attenti. Se per esempio siete il ragazzo della fila avanti che per due terzi del film ha giocato a ruzzle sul cellulare nulla sarà così palese da non strapparvi un “ah!”.
Insomma film consigliatissimo per tutti tranne, magari s’è intuito, per il solito, becero, stupido, orrendo pubblico addestrato come un branco di scimmie dai film vanzineschi. Giuro, pagherei 20 euro per il biglietto, purché in sale con pubblico selezionato all’ingresso. Tanto se non compro i pop-corn, salati in ogni senso possibile, risparmierei comunque.
E se per caso, nonostante io non lo creda possibile, ma se per caso il film non dovesse piacervi ricordatevi: la gente crede, o vede, ciò che vuole credere, o vedere.